mercoledì, aprile 23, 2008

memento est


Volete lavorare per la felicità della gente, e non sapete cosa occorre alla gente per essere felici.

Elio Vittorini, Uomini e no, 1945.
(Cioè: io ne ho un'idea, vaga ma ce l'ho. Ma solo se parlo di me, ovvio.. E non è detto che sia completa, anzi)

martedì, aprile 15, 2008

Una, nessuna, centomila...

Ieri ho letto questo e vi riporto il testo, che in futuro potrebbe non esistere più il link.

Dallo Yemen arriva questa agghiacciante storia fatta di matrimoni combinati, abusi, violenze e ad essere protagonista di questa triste storia una bambina di appena otto anni, costretta dal padre a sposarsi a questa tenera età. La piccola Nojoud Muhammed Nasser, non solo è stata costretta a sposarsi ad otto anni, ma quotidianamente subisce violenze da parte del marito e abusi sessuali e per questo si è rivolta al tribunale per chiedere il divorzio e denunciare il padre che le ha imposto questa vita terribile.
Ecco cosa affermato dalla piccola per giustificare la sua richiesta al tribunale: “Ogni volta che volevo giocare in cortile, mi picchiava e mi faceva andare con lui in camera da letto. Era molto duro con me e quando lo imploravo di avere pietà, mi picchiava, mi schiaffeggiava e poi mi usava. Voglio avere una vita rispettabile e divorziare”.
Si dimostra sicura e forte ma purtroppo per lei non sarà facile aver la meglio, anche perché è il primo caso di minorenne che si ribella a questa prassi di vita tipica dello Yemen. Infatti pur essendo illegale il matrimonio per le ragazze che non hanno compiuto i 15 anni di età, non esiste condanna per coloro che disobbediscono a tale legge.
Questa storia è venuta fuori quando Nojoud Muhammed Nasser, si è rivolta ad una giornalista per raccontare la sua triste storia fatta di violenza domestica e di questo matrimonio imposto e insoddisfacente come ovvio che fosse. Ecco il racconto della bambina uscito sullo Yemen Times: “Mio padre mi ha picchiato e mi ha detto che dovevo sposare quest’uomo. Lui mi ha fatto brutte cose, io non avevo idea di cosa fosse il matrimonio. Correvo da una stanza all’altra per sfuggirgli, ma alla fine mi prendeva, mi picchiava e poi continuava a fare ciò che voleva. Ho pianto così tanto, ma nessuno mi ascoltava. Ho supplicato mia madre, mio padre, mia zia di aiutarmi a divorziare. Mi hanno risposto: "Non possiamo fare niente. Se vuoi, vai in tribunale da sola". Ed è quello che ho fatto”.
Però Nasser è riuscita nonostante tutto a far arrestare il padre, mentre per ottenere il divorzio dovrà pagare una grossa somma di denaro al marito, che però non ha nessuna intenzione di separarsi dalla consorte e anzi afferma: “Sì, sono stato in intimità con lei ma non ho fatto nulla di male. È mia moglie e ne ho il diritto. Nessuno può fermarmi”. La legge tribale è dalla sua parte e lui non si pente anzi crede di essere nel giusto, anche perché essendo la moglie era libero di avere anche dei rapporti sessuali con lei. Insomma è chiaro che questa storia purtroppo prenderà una piega poco piacevole per Nasser, che sarà condannata molto probabilmente a continuare a vivere con una persona senza amore in un mondo di violenza. (AUTORE: Vincenzo Crocitto)


Ed oggi, invece, ho letto questo, di cui segue testo.

Nojoud, 8 anni, sorride, mangia una fetta di torta al cioccolato e stringe un grosso orso di peluche rosso. Festeggia il suo divorzio dal marito trentenne, deciso oggi da un giudice a Sana’a in Yemen. Nojoud Muhammed Nasser, la prima sposa bambina a chiedere il divorzio dal marito in un tribunale dello Yemen, ha vinto. È libera. Era fuggita dalla casa dello sposo il 2 aprile per presentarsi tutta sola in un tribunale della capitale. Aveva denunciato il padre, che l’ha costretta a sposarsi due mesi fa, e il marito che l’ha picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali.
La legge in Yemen fissa i 15 anni come età minima per il matrimonio, ma non punisce le famiglie delle minorenni che le danno in spose prima di quell’età. Oggi a mezzogiorno il giudice Muhamed Al-Qadhi ha annunciato la sentenza. Ha stabilito che gli abusi del marito nei confronti di Nojoud e il fatto che non era ancora «matura» sono una ragione sufficiente per annullare il matrimonio. «Ogni volta che volevo giocare in cortile, mi picchiava e mi faceva andare con lui in camera da letto — aveva raccontato la bambina —. Quando lo imploravo di avere pietà, mi picchiava, mi schiaffeggiava e poi mi usava». L’annullamento su richiesta della donna, previsto dalla sharia e dalla legge yemenita (che si basa sulla prima), si chiama «khol’e». Prevede anche che la famiglia restituisca la somma pagata dal marito come dote per le nozze. Il giudice ha ordinato alla famiglia di restituire 100.000 rial (316 euro) all’uomo. «È stato possibile grazie ai soldi inviati da lettori commossi, soprattutto dagli Emirati Arabi Uniti», spiega
il reporter Hamed Thabet dello Yemen Times, che per primo ha intervistato la bambina e che ha seguito la vicenda fino alla fine.
Il padre della bambina, Muhammed Nasser, si è detto pentito di averla data in sposa: ha detto di averlo fatto perché è povero e non aveva altra scelta. Non è stato incriminato. Il marito, Faez Ali Thamer, che era stato arrestato il 2 aprile su decisione dello stesso giudice, ha accettato i soldi e, dopo l’annullamento delle nozze, è stato liberato. «Cosa vuoi adesso, Nojoud?», le ha chiesto dopo la vittoria il reporter Thabet. «Vorrei studiare. Vorrei una torta e un grosso orso».
Un lieto fine. Ma, osserva l’avvocatessa Nasser, resta il problema della legge. Il codice civile yemenita non impedisce ai tutori delle minorenni di darle in spose. Nel Paese oltre il 40% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il 46% degli abitanti hanno meno di 15 anni. I figli a carico sono spesso visti come un peso nelle zone rurali. Oltre il 50% delle spose, secondo uno studio del 2006, sono bambine, di solito tra gli 8 e i 10 anni. Diverse associazioni per i diritti umani e delle donne, insieme a 61 deputati del parlamento yemenita, hanno sollecitato una legge che imponga come limite minimo per il matrimonio l’età di 18 anni. Ma la Commissione Giustizia sostiene che non ci sono le basi per modificare la legge secondo i dettami dell’Islam. «Lottiamo dagli anni ‘90 per cambiare la legge e la Costituzione, che stabilisce che la base della legislazione debba essere la sharia», spiega Amal Basha, direttrice del Sisters Arab Forum for Human Rights al telefono da Sana’a. «Bisogna cambiare la legge sui matrimoni precoci per molte ragioni. Non è solo una questione di diritti umani e di diritti del bambino ma anche una questione di sviluppo – spiega - . I dati sull’abbandono scolastico in Yemen sono molto alti, quelli sulla mortalità infantile sono tra i peggiori al mondo, e questo è legato all’età precoce dei matrimoni. Bisogna evitare che ci sia una enorme popolazione femminile senza istruzione e impreparata al mondo del lavoro, vittima e causa della trappola della povertà». (AUTORE: Viviana Mazza)


Ora lo so, non varrà niente per tutte le altre. E qui c'è la tratta delle bianche sulle strade. E dovremo rimboccarci le maniche per vedere se questa volta ce la facciamo a combinare qualcosa di buono e fare qualche legge fatta bene e non ad usum personam... però vi devo dire che mi sento un pochinino meglio. E tutto fa...

lunedì, aprile 14, 2008

Adesso tocca a me.

Ho aspettato abbastanza, in fondo.

Ho atteso che giustizia venisse fatta da se’, senza richiederla, convinta che tanto Nemesi agisse per suo conto. E ciò è stato per un lungo periodo. Lei sa come fare a ricordarti che hai avuto e devi dare… o che hai dato e devi ricevere, dipende dai punti di vista.

Ho atteso mentre ti rovinavi la vita con il tuo dare la colpa dei tuoi problemi ad altri (cioè a me). Ho atteso mentre rovinavi la mia, perché riuscivi a farmi sentire in colpa per quello che non ero capace di fare.
Ho atteso ed ascoltato tutti i tuoi problemi, ti ho ascoltato la notte in cui volevi tirare diritto sul ponte che curva. Ti ho portato fuori e ti ho fatto conoscere la mia vita ed ovviamente la tua depressione è aumentata… Ho ascoltato i resoconti della tua assurda quotidianità, mentre ripetevi che non si poteva essere così ciechi, “ma l’amore non è amore se non ti porta via di testa”.
Ed ho aspettato.
Ho aspettato perché te ne stavano succedendo di tutti i colori: la tua vita era un fiume in piena di cui tu non avevi alcun controllo e le situazioni che si succedevano erano talmente forti che non sapevi come venirne fuori. Ho accettato le tue lamentele sul fatto che la gente era arrivata a dirti che era colpa tua e non certo mia, che le decisioni le avevi prese te ed io ero stata costretta semplicemente ad assecondare la tua volontà, senza combattere… tu, che avresti dovuto sapere bene che non ci sto in paradiso a dispetto dei santi!
Ti ho chiamato solo per estrema necessità, solo quando avevo il diritto di farlo.
Ed ho aspettato.

Adesso sei felice, stai bene, la malattia è passata (o era solo un’altra delle tue fisime o invenzioni perché avessi compassione di te?), ti ho visto un sorriso luminoso (ma dietro cos’era quell’ombra?), hai fatto grandi passi ed importanti (o lo hai fatto solo perché odi la solitudine?).

Ed adesso è il mio turno. Adesso chiedo, adesso non ho più nessuna remora a chiedere. Adesso non hai scuse. E non ne accetterò nessuna.

sabato, aprile 12, 2008

MEME per la settimana

In linea diretta da COROBI, ecco il meme della settimana. Non lo passo a nessuno, ma se vi piace fatelo, perchè le immagini sono troppo diverse da quello che uno pensa che possa venire fuori!!!! MA SE LO FATE DOVETE POSTARLO!!!

(PS: avrei dovuto metter su un altro post, molto più serio, ma oggi sono allo scazzo... domani bisogna fare i seri...)

REGOLE: Rispondi alle 16 domande senza usare le parole, ma usando la prima immagine che Google Images ti propone digitando la risposta.

1) La mia età al prossimo compleanno(ma non mi rappresenta mica????!!!)
2) Un posto che vorrei visitare(mammmagari!!!!)
3) Il mio posto preferito(e qui mi sa che siamo verso il Connemara...)
4) Il mio oggetto preferito
(e questa sì che è classe!!!)
5) Il mio cibo preferito(e qui mi sono permessa di mettere la seconda foto, perchè la prima era veramente osè :D)
6) Il mio animale preferito
(si, non il gatto e via.. il gatto abissino!!!)
7) Il mio colore preferito(si, questo mi rappresenta molto...)
8) il posto in cui sono nata(ma c'è bisogno di dare spiegazioni???)
9) Il posto in cui vivo
(pure indicato è!!!)
10) Il nome di un animale domestico che ho avuto(e anche qui avrei voluto mettere la seconda foto, davvero!!!!)
11) Il mio nickname sul blog(reale!!! Presa da Myspace!!!)
12) Il mio vero nome(nommi somiglia manco pe' nniente!!!!)
13) Il nome della mia nonna materna
(povera nonna... mai si sarebbe sognata di essere rappresentata da questa megera!!!)
14) Il nome della mia nonna paterna
(ma si, dai, che nonnina!!!)
15) Una mia brutta abitudine
(e vediamo se indovinate qual'e')
16) La mia vacanza preferita
(e qui direi che lo indovinate subito!!!)

Se non fosse che blogspot ha dei seri problemi per postare le immagini
(ma può darsi che sia semplicemente che io sia negata)
mi sarei anche divertita, perchè a cercare le immagini ci si diverte,
davvero, e ci si fanno delle risate non da poco
(l'uomo-batuffolo mi ha sconvolto!!!)
ma il riportarle...

Beh, ora tocca a voi!!!

venerdì, aprile 04, 2008

La differenza tra mangiare a stare a vedere...

È da un po' che volevo mettere su questo post. Da domenica sera, per essere precisi. Ma la vita mi obbliga a stare dietro ad altre priorità assolute, ed il blog viene ben oltre la metà della lista.
Dicevo: domenica sera grande concertone finale del seminario Prato Gospel Experience (
di cui un assaggio) con Mr.Brown. Non starò a dilungarmi sulla qualità dell'insegnamento o sulla quantità di canzoni imparate in 1 giorno e mezzo. I seminari sono ognuno diverso dall'altro e non si possono descrivere: bisogna viverli (e non solo parteciparvi!!!). Ho passato 2 giorni interi a cantare, battere le mani e ballare (si, ballare, perché lo strumento di chi canta gospel è il corpo… e questo è già indicativo di per se', direi).

E poi, ovvio, si torna alla normalità… e qui scatta il confronto. È umano è naturale, non ne puoi fare a meno. Chi mi dice "Finalmente ho capito cosa significa cantare gospel!" chi mi ricorda le emozioni e le risate, chi mi dice che è invidioso perché non ha potuto fare questa esperienza… chi mi dice che è normale sentirsi così spossati e sconvolti.
Ma quello che ricordo, e ricorderò sempre, è la gioia che ho provato… mi sono sentita anche fuori posto, in certi momenti, con i miei problemi ad imparare i brani mentre la metà di noi li sapeva già, con la mia voce che andava e veniva. Ma la gioia è stata immane. Anche quando le lacrime sono sgorgate da sole alla fine dell'Amazing grace (mai successo prima, giuro). Anzi, soprattutto in quel momento, con il cuore colmo di un senso di liberazione insostenibile.

Ed è questa la differenza. È questo che non sento più, è questo che mi manca. I JVGC non trasmettono gioia. Energia, si, ma non gioia. Non c'è vita, non c'è speranza, non c'è un messaggio VERO. C'è solo gente che canta…O forse, adesso, sono solo io che non ci riesco.. a cantare con gioia, intendo.
E senza gioia non si fa gospel… e nemmeno lo spiritual viene bene senza speranza… al massimo si può fare un po' di blues… ed è una bella differenza!!!

Sometimes I feel Like a motherless child A Long Way From Home
Sometimes I wish I could fly Like a bird up in the sky Little closer to home
Sometimes I feel Like freedom is near But we're so far away
Sometimes I feel Like it's close at hand But we're so far from home...