martedì, luglio 24, 2007

mattoncino

Ed anche oggi abbiamo messo su qualche altro mattoncino, basilare per la costruzione di quel sogno nel cassetto.



Ma nel frattempo incrocio le dita. Ed aspetto settembre...



lunedì, luglio 16, 2007

Della quotidianità e cose mirabilanti

Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così. Certo che me lo aspettavo, almeno un po'. Io e te siamo come l'acqua e l'olio, ci vuole una bella dose di forza per mischiarci... e ne stiamo usando parecchia.
In fondo, come diceva il vecchio adagio:
Perché vivere insieme
È rinunciare un po’
A quel che ci appartiene
È a volte dirsi no
Il bene più profondo
È la continuità
È rinascere ogni giorno
Ogni giorno che verrà

E così noi: litighiamo, ce ne diciamo di cotte e di crude, ed io sono spaventata... Non mi era mai successo prima! Solitamente la sottoscritta china il capo e si annulla davanti all'oggetto del suo sentimento. Con te non è così: con te sbraito da mattina a sera, me ne infischio delle tue motivazioni, voglio che tu mi stai a sentire, voglio che tu sappia come sto, quello che mi va bene e quello che non mi piace.
Perchè questo è l'unico sistema che considero valido per stare insieme, per conoscersi e resistere ai problemi della vita. Se io con te non sono me stessa... un giorno anche tu mi sveglierai e mi dirai che non mi riconosci più, che sono cambiata e che non sono più la donna di cui ti eri innamorato... Ecco, sappilo subito:
IO SONO UNA VERA ROMPISCATOLE!!!
Ma se mi starai vicino io farò lo stesso... fianco a fianco, spalla a spalla...
Perché volersi bene
Conoscersi di più
È un ponte tra due rive
Sull’altra ci sei tu
Che sei così diversa
Da tutti, anche da me
Fuori da questa folle corsa
Inarrestabile

E sono convinta che ce la faremo sempre: io e te, uniti, la lama di roccia e la lava che la consuma...
E ora stringi le mie mani
Che il mondo cade giù
La mia forza le tue ali
Ci spingeremo su se vuoi tu (Raf, Mai)

lunedì, luglio 09, 2007

Il conto della serva

Solitamente in treno dormo. Mi fa quest’effetto… viaggio senza dover decidere cosa fare, dove girare, stare troppo attenta agli altri automobilisti… Praticamente me la godo: inizio a guardare il paesaggio e mi rilasso, visto che di solito, qui in Toscana, si attraversano distese di campi e si incrociano paeselli che accerchiano le stazioni ed inseguono le statali…

Venerdì pomeriggio il treno Piombino –Firenze SMN era inabitabile. Orde di ex-bagnanti con il loro odore di creme solari ed i loro residui di sabbia bianca, bambini con sandalini e mamme sovraccariche di borsoni ricolmi di tutto il necessario a sopravvivere una giornata al mare. Come non notare i pendolari che, come me, tornavano a casa: si conoscono un po’ tutti, un cenno, un sorriso, ci si mette a sedere vicino, se i bambini precedentemente saliti non hanno preso a mo’ di lettino i sedili vicini… qualcuno mormora ma tutti andiamo avanti , a cercare un altro posto libero…

Ecco, venerdì proprio no: neanche a pagarlo si trovava un posto!
Così mi sono accaparrata uno degli ultimi predellini nel centro del vagone, tra i due scompartimenti, ho poggiato lo zaino a terra e mi sono sistemata al meglio. Ma mi sono resa subito conto che non sarebbe stato un viaggio facile: sul predellino non puoi dormire ed il paesaggio è spezzato dalle porte del vagone. Inoltre i mie tre compagni di locazione provvisoria (nel senso che aspettavamo Pisa o Empoli per vedere se diminuiva la concentrazione di esseri umani per cmq) non mi infondevano molta tranquillità… Quindi… quindi… che fare…

Ecco, quando non so che fare di solito riesco a deprimermi,

in mille modi diversi, ma sempre efficienti ed efficaci.

Ho fatto il conto delle spese inevitabili annue.

Mentre sulla pagina bianca del blocco i numeri identificavano totali parziali con cifre a 3 zeri, il cervello matematico stava già facendo una previsione del fatturato necessario per poter sostenere tali spese e riuscire non solo a sopravvivere, ma anche a mettere quei 2 euro da parte per divertirsi… e già, anche senza avere un riscontro certo, tremavo all’intuizione.
Ho contato tutto: spese auto (dal bollo all’assicurazione, ai tagliandi, alle rate mensili ed alla benzina); spese di contabilità, spese di locazione (intese come affitto, energia e risorse), spese di sopravvivenza (d’ora in poi mi nutrirò di verdure: dimagrisco e risparmio…). Il totale raggiunto è minore di 1.000 € rispetto alla cifra che fino a luglio scorso prendevo come stipendio annuo.

Ho tirato un respiro di diaframma e mi sono messa a fare il previsionale degli incassi: la cifra si aggira su un quod che indica che anche il mio attuale stipendio non è del tutto sufficiente: dovrei lavorare 20 giorni al mese presso i clienti quindi non avrei tempo per ridefinire i progetti in ufficio. E poi, quando parto alle 7,00 e mi faccio 2 ore di macchina, e torno alle 19,00 dopo altrettanti km… lavoro dopo cena???

Ma come si fa a guadagnare 3.000 € al mese? E non voglio sentirmi dire di ricorrere al più vecchio mestiere del mondo…