Il conto della serva
Solitamente in treno dormo. Mi fa quest’effetto… viaggio senza dover decidere cosa fare, dove girare, stare troppo attenta agli altri automobilisti… Praticamente me la godo: inizio a guardare il paesaggio e mi rilasso, visto che di solito, qui in Toscana, si attraversano distese di campi e si incrociano paeselli che accerchiano le stazioni ed inseguono le statali…
Venerdì pomeriggio il treno Piombino –Firenze SMN era inabitabile. Orde di ex-bagnanti con il loro odore di creme solari ed i loro residui di sabbia bianca, bambini con sandalini e mamme sovraccariche di borsoni ricolmi di tutto il necessario a sopravvivere una giornata al mare. Come non notare i pendolari che, come me, tornavano a casa: si conoscono un po’ tutti, un cenno, un sorriso, ci si mette a sedere vicino, se i bambini precedentemente saliti non hanno preso a mo’ di lettino i sedili vicini… qualcuno mormora ma tutti andiamo avanti , a cercare un altro posto libero…
Ecco, venerdì proprio no: neanche a pagarlo si trovava un posto!
Così mi sono accaparrata uno degli ultimi predellini nel centro del vagone, tra i due scompartimenti, ho poggiato lo zaino a terra e mi sono sistemata al meglio. Ma mi sono resa subito conto che non sarebbe stato un viaggio facile: sul predellino non puoi dormire ed il paesaggio è spezzato dalle porte del vagone. Inoltre i mie tre compagni di locazione provvisoria (nel senso che aspettavamo Pisa o Empoli per vedere se diminuiva la concentrazione di esseri umani per cmq) non mi infondevano molta tranquillità… Quindi… quindi… che fare…
Venerdì pomeriggio il treno Piombino –Firenze SMN era inabitabile. Orde di ex-bagnanti con il loro odore di creme solari ed i loro residui di sabbia bianca, bambini con sandalini e mamme sovraccariche di borsoni ricolmi di tutto il necessario a sopravvivere una giornata al mare. Come non notare i pendolari che, come me, tornavano a casa: si conoscono un po’ tutti, un cenno, un sorriso, ci si mette a sedere vicino, se i bambini precedentemente saliti non hanno preso a mo’ di lettino i sedili vicini… qualcuno mormora ma tutti andiamo avanti , a cercare un altro posto libero…
Ecco, venerdì proprio no: neanche a pagarlo si trovava un posto!
Così mi sono accaparrata uno degli ultimi predellini nel centro del vagone, tra i due scompartimenti, ho poggiato lo zaino a terra e mi sono sistemata al meglio. Ma mi sono resa subito conto che non sarebbe stato un viaggio facile: sul predellino non puoi dormire ed il paesaggio è spezzato dalle porte del vagone. Inoltre i mie tre compagni di locazione provvisoria (nel senso che aspettavamo Pisa o Empoli per vedere se diminuiva la concentrazione di esseri umani per cmq) non mi infondevano molta tranquillità… Quindi… quindi… che fare…
Ecco, quando non so che fare di solito riesco a deprimermi,
in mille modi diversi, ma sempre efficienti ed efficaci.
Ho fatto il conto delle spese inevitabili annue.
Mentre sulla pagina bianca del blocco i numeri identificavano totali parziali con cifre a 3 zeri, il cervello matematico stava già facendo una previsione del fatturato necessario per poter sostenere tali spese e riuscire non solo a sopravvivere, ma anche a mettere quei 2 euro da parte per divertirsi… e già, anche senza avere un riscontro certo, tremavo all’intuizione.
Ho contato tutto: spese auto (dal bollo all’assicurazione, ai tagliandi, alle rate mensili ed alla benzina); spese di contabilità, spese di locazione (intese come affitto, energia e risorse), spese di sopravvivenza (d’ora in poi mi nutrirò di verdure: dimagrisco e risparmio…). Il totale raggiunto è minore di 1.000 € rispetto alla cifra che fino a luglio scorso prendevo come stipendio annuo.
Ho tirato un respiro di diaframma e mi sono messa a fare il previsionale degli incassi: la cifra si aggira su un quod che indica che anche il mio attuale stipendio non è del tutto sufficiente: dovrei lavorare 20 giorni al mese presso i clienti quindi non avrei tempo per ridefinire i progetti in ufficio. E poi, quando parto alle 7,00 e mi faccio 2 ore di macchina, e torno alle 19,00 dopo altrettanti km… lavoro dopo cena???
Ma come si fa a guadagnare 3.000 € al mese? E non voglio sentirmi dire di ricorrere al più vecchio mestiere del mondo…
2 commenti:
C'è anche un altro lavoro che tu potresti fare dopo le 19.00, senza essere il più vecchio mestiere del mondo (o forse qualcosa di quel mestiere ce l'ha intrinseco pure questo), ma ai 3000 euro non ci arriveresti lo stesso. In ogni caso se ti serve un chitarrista, con aiuto ai cori...
Ma magari!!! Solo che sarei sempre troppo stanca... 2 giorni alla settimana già mi sfiancano parecchio, che si finisce sempre dopo le una di notte...
A meno che tu non intendessi che devo andare a fare la cameriera... che forse, tra quello an-sera e quello dopo-sera ce la faccio a mettere su il gruzzoletto!!!
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