giovedì, novembre 30, 2006

Compitino

Ho mandato ad un numero svariato di amici questa mail:
Provate a fare un esercizio filosofico partendo da una domanda di Kant: "vivresti in un mondo in cui tutti si comportano come te?" E poi ditemi che cosa ne viene fuori...
Anzi, no, tenetevelo per voi... ma pensateci bene.
Auguri!


Ecco, ci ho riflettuto su.
In un mondo in cui tutti si comportano come me ci sarebbe molta tranquillità. Pace sì, ma armata.
In un mondo in cui tutti si comportano come me ci sarebbe un altissimo rispetto per gli altri ma anche pene severissime per ogni sgarro, anche se piccolo.
In un mondo in cui tutti si comportano come me saremmo sempre combattuti tra i doveri ed i sogni e poi finiremmo il sabato sera a fare le torte. Saremmo tutti over 70 Kg, non ci sarebbe bisogno di parlere di risparmio energetico, non lasceremmo mai le luci accese inutilmente, avremmo solo gatti, ci morderemmo le unghie, si farebbero le 4 del mattino a parlare con amici in crisi, dispensando consigli che poi non metteremmo mai in pratica per primi noi stessi.
In un mondo in cui tutti si comportano come me ci sarebbe poca creatività, molta confusione ed incertezza e spesso anche pochissima voglia di darci dentro. Ci sarebbero solo case con giardini ed i villaggi turistici in località balneari fallirebbero, i bambini sarebbero quasi silenziosi e già grandi prima del tempo, non ci sarebbero armi ma una continua e martellante comunicazione su ciò che è buono e ciò che non lo è.

Il vuoto delle tue certezze tra le tue pareti
che ora inchiodano il silenzio tra noi due
disordine interiore ma ordine nel paese
prigioni tribunali cellulari o forse chiese,
paura della morte, paura della vita
paura che la vita sfuggendo tra le dita,
paura che diversa sarebbe anche possibile,
paura del diverso paura del possibile. (Subsonica)

In un mondo in cui tutti si comportano come me.... io che ci starei a fare???

domenica, novembre 26, 2006

*voglia di dolce*

Insomma, sono a casa a curarmi l'influenza...
Sono veramente depressa: ho mancato ben due concerti con il coro, importantissimi: il primo era una rassegna per le festività di Santa Cecilia, patrona della musica. Il secondo, peggio che mai... concertone di beneficenza con Big band. Mi mangerei le mani... ma O R A M A I siamo qui ed in qualche modo mi devo tirare su il morale.
Ci sarebbe anche un altro modo per avere un sentimento di gioia che mi pervade ma, anche in questo caso, non me lo posso dare da me. Ci vorrebbe che un deficiente non mandasse in deficit (da deficio, is, defici, defectum, ere) la Telecom e provasse a coniugare il verbo telefonare con qualche preposizione articolata ed un sostantivo femminile singolare... anzi proprio un NOME PROPRIO DI PERSONA, FEMMINILE SINGOLARE, che potrebbe anche rispondere al mio...
In mancanza di ciò, ho ritrovato una ricetta tipica della mia città, la SCHIACCIATA FIORENTINA, dolce semplicissimo che trovate in tutte le pasticceria di Firenze, ricoperto da zucchero a velo eccetto per il disegno del giglio, che avolte viene fatto con la cioccolata in polvere.
Io vi metto la ricetta che ha sempre fatto mia zia, moglie di un cuoco. Però so che ne essitono altre, che rendono la schiacciata più alta e soffice. A me piace tanto anche questa, semplice così: quelle più alte di solito vengono farcite con crema o cioccolata... fate vobis...

SCHIACCIATA ALLA FIORENTINA

Ingredienti:
§ 2 uova
§ 10 cucchiai di zucchero
§ 2 cucchiai di olio di semi
§ 8 cucchiai di latte
§ sale
§ scorza di arancia grattugiata + succo
§ 12 cucchiai di farina
§ lievito

Impastare nell'ordine; mettere OBBLIGATORIAMENTE IN TEGLIA RETTANGOLARE unta con poco olio di semi; poi in forno caldissimo (180°) ed abbassare subito (a 150°). Cuocere per 1/2 h. Togliere da forno, fare raffreddare e spolverizzare con lo zucchero a velo.
Per Carnevale vi do' la ricetta dei cenci...

martedì, novembre 21, 2006

L'animale

Vivere non è difficile potendo poi rinascere
cambierei molte cose un po' di leggerezza e di stupidità.
Fingere tu riesci a fingere quando ti trovi accanto a me
mi dai sempre ragione e avrei voglia di dirti
ch' è meglio se sto solo...
Ma l' animale che mi porto dentro
non mi fa vivere felice mai
si prende tutto anche il caffè
mi rende schiavo delle mie passioni
e non si arrende mai e non sa attendere
e l' animale che mi porto dentro vuole te.
Dentro me segni di fuoco è l'acqua che li spegne
se vuoi farli bruciare tu lasciali nell' aria
oppure sulla terra. (Battiato)

Questa canzone me la sono sempre sentita come cucita addosso. Cioè, io l'animale dentro me lo sento e non mi riesce di liberarmene. Nonostante tutti i miei buoni propositi, quando lui decide di voler essere liberato, lui si libera. E la schiava sono io. E sopisce le mie passioni o rivolta i sentieri che ho tracciato. E quindi si cambia: abito, scena, trucco, compagnia e teatro.

L'animale dentro me vuole te... e vuole me libera da te... bella sfida!

PS: momentaccio sentimentale e raucedine fissa.

lunedì, novembre 06, 2006

Kaos

Eppure ci sono dei momenti in cui tutto mi è chiaro; poi, improvvisamente, tutto riprende quella trasparente opacità che mi fa pensare che forse non è poi così vero quello che ho visto.
Ma più frequente è la sensazione che in questo caos ci sia un ordine che mi dirige verso un punto preciso. Al momento non so qual è, e quindi mi sento confusa, ma sono sicura che riorganizzando il caos troverò la strada.
Sono un po' divisa tra i doveri e di sogni. E penso che vinceranno questi ultimi. Certo, è tutto da vedere, a volte programmo un comportamento e poi, a causa di fattori che non avevo calcolato, ne tengo un altro. Ma stavolta penso di avere almeno su due o tre punti le idee chiare.
E soprattutto so che ho vissuto abbastanza la vita che volevano gli altri. Adesso vivo quella che voglio io, a costo di vivere d'aria e di sogni...