Solitamente in treno dormo. Mi fa quest’effetto… viaggio senza dover decidere cosa fare, dove girare, stare troppo attenta agli altri automobilisti… Praticamente me la godo: inizio a guardare il paesaggio e mi rilasso, visto che di solito, qui in Toscana, si attraversano distese di campi e si incrociano paeselli che accerchiano le stazioni ed inseguono le statali…
Venerdì pomeriggio il treno Piombino –Firenze SMN era inabitabile. Orde di ex-bagnanti con il loro odore di creme solari ed i loro residui di sabbia bianca, bambini con sandalini e mamme sovraccariche di borsoni ricolmi di tutto il necessario a sopravvivere una giornata al mare. Come non notare i pendolari che, come me, tornavano a casa: si conoscono un po’ tutti, un cenno, un sorriso, ci si mette a sedere vicino, se i bambini precedentemente saliti non hanno preso a mo’ di lettino i sedili vicini… qualcuno mormora ma tutti andiamo avanti , a cercare un altro posto libero…
Ecco, venerdì proprio no: neanche a pagarlo si trovava un posto!
Così mi sono accaparrata uno degli ultimi predellini nel centro del vagone, tra i due scompartimenti, ho poggiato lo zaino a terra e mi sono sistemata al meglio. Ma mi sono resa subito conto che non sarebbe stato un viaggio facile: sul predellino non puoi dormire ed il paesaggio è spezzato dalle porte del vagone. Inoltre i mie tre compagni di locazione provvisoria (nel senso che aspettavamo Pisa o Empoli per vedere se diminuiva la concentrazione di esseri umani per cmq) non mi infondevano molta tranquillità… Quindi… quindi… che fare…
Ecco, quando non so che fare di solito riesco a deprimermi, in mille modi diversi, ma sempre efficienti ed efficaci.
Ho fatto il conto delle spese inevitabili annue.
Mentre sulla pagina bianca del blocco i numeri identificavano totali parziali con cifre a 3 zeri, il cervello matematico stava già facendo una previsione del fatturato necessario per poter sostenere tali spese e riuscire non solo a sopravvivere, ma anche a mettere quei 2 euro da parte per divertirsi… e già, anche senza avere un riscontro certo, tremavo all’intuizione.
Ho contato tutto: spese auto (dal bollo all’assicurazione, ai tagliandi, alle rate mensili ed alla benzina); spese di contabilità, spese di locazione (intese come affitto, energia e risorse), spese di sopravvivenza (d’ora in poi mi nutrirò di verdure: dimagrisco e risparmio…). Il totale raggiunto è minore di 1.000 € rispetto alla cifra che fino a luglio scorso prendevo come stipendio annuo.
Ho tirato un respiro di diaframma e mi sono messa a fare il previsionale degli incassi: la cifra si aggira su un quod che indica che anche il mio attuale stipendio non è del tutto sufficiente: dovrei lavorare 20 giorni al mese presso i clienti quindi non avrei tempo per ridefinire i progetti in ufficio. E poi, quando parto alle 7,00 e mi faccio 2 ore di macchina, e torno alle 19,00 dopo altrettanti km… lavoro dopo cena???
Ma come si fa a guadagnare 3.000 € al mese? E non voglio sentirmi dire di ricorrere al più vecchio mestiere del mondo…