Cuore di Pietra
Penso che sia quello che la gente pensa di me. Fondamentalmente non me ne importa, possono pensare quello che vogliono. Il fatto è che io ho un vero cuore di pietra a protezione di quello di cristallo, e lo maschero come se fosse di diamante purissimo.
Mio padre venerdì ha subito un’operazione al cervelletto, gli hanno tolto un tumore grosso come una piccola arancia. Benigno, pare. Operazione più lunga del previsto (se l’erano aspettato più piccolo) ma conclusa bene.
E allora perché mio padre ha avuto una crisi respiratoria ed adesso giace in coma al centro di rianimazione? Non lo sanno neppure i medici.
Mio padre venerdì ha subito un’operazione al cervelletto, gli hanno tolto un tumore grosso come una piccola arancia. Benigno, pare. Operazione più lunga del previsto (se l’erano aspettato più piccolo) ma conclusa bene.
E allora perché mio padre ha avuto una crisi respiratoria ed adesso giace in coma al centro di rianimazione? Non lo sanno neppure i medici.
Mia madre è sfiduciata, mio fratello non ha avuto il coraggio di vedere mio padre con tutti i vari tubicini che gli entrano ed escono dai più svariati orifizi, anche quelli creati apposta per trovare una via d’accesso all’interno del suo corpo. I medici non ci fanno promesse, dicono solo di aspettare. Nelle ultime ore ci sono stati dei miglioramenti ma non per questo dobbiamo essere ottimisti, anzi: la cosa migliore è aspettare giorno per giorno, comunicato dopo comunicato.
Io non mollo. Continuo a sorridere. Tengo duro. Ieri sera sono stata a cantare con il coro, ho fatto ben 5 pezzi da solista, tutti dedicati al mio papà. Io non voglio aspettarmi niente ma non voglio credere al peggio. Ogni piccolo miglioramento è un piccolo miracolo che accetto con gioia. Che altro posso fare? Non mi farò abbattere dal pessimismo opportunista (meglio pensare male, così ci si fa l’abitudine) né mi faccio ingannare dal facile e naturale ottimismo nutrito dalla speranza. Io vado avanti, mulo testardo contro il vento e la neve che mi impediscono di vedere la fine della strada.
Sabato mattina, verso le 7, mi sono sorpresa ad ascoltare una voce che diceva un’Ave Maria. Non so chi era, ma l’ho seguita. E poi, il calore che mi abbracciava non lo so spiegare. Ho detto, scherzando, al mio Angelo Custode che non importava che scaldasse me, ero in grado di farlo da sola, e che era meglio che vegliasse su papà.
Io, Regina della Neve, ritorno al mio regno silenzioso e rallentato, dove non si spreca neppure una goccia di lacrima.
2 commenti:
...E'un cuore STUPENDO...
Silvia.
Ciao... da 15 anni dopo
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