viaggio di ritorno
La sensazione è quella dell’abbandono da felicità. Ma so che non ne devo approfittare, della felicità che lenta si insinua nella mia mente e nel mio cuore. Devo tenere duro e non mollare. E’ importante, perché la mia vita naviga su quest’onda lunga ed ancora non ho intravisto la riva su cui spero di approdare.
Davvero, la vita è un viaggio. Ed io sto viaggiando in nave. Fossi su un’auto, la saprei guidare; fossi a piedi, conoscerei le mie forze. Ma sono in nave, su una distesa azzurra che mi incanta e mi fa paura, e non conosco nemmeno i termini che i miei compagni di viaggio usano così frequentemente per indicare le funi, l’est o le vele stesse. Quindi al momento ascolto e faccio il lavoro che mi viene richiesto, perché non voglio essere un peso all’equipaggio, e sgobbo, e la notte sogno. Sogno di quella riva, di quella baia, di quel porto a cui arriverò… nonostante le tempeste, nonostante la bonaccia. E durante il viaggio imparerò i termini usati dai miei compagni, imparerò i loro nomi ed i loro volti, riconoscerò le loro voci e le loro sofferenze. E sognerò, molto.
Sono tornata a lavoro, le idee non sono chiarissime ma si schiariranno. Ho tanti progetti per me e per chi mi sta vicino. Ho fatto passi in avanti e mi sono voltata indietro per aspettare chi mi seguiva, per fare un tratto insieme. Il mio cervello ha trovato la tonalità che il mio cuore riesce a cantare.
E di tutti i miei sogni ho riempito un otre, che porto con me sulla nave, per le notti di malinconia e sfiducia. E di tutti i progetti ho steso le direttive, perché prima o poi arriverò all’approdo e dovrò subito iniziare a cercare il posto dove costruire la mia casa. Ed intanto, nei miei sogni, tutto prende forma ed acquista la consistenza della realtà, una realtà lontana ed insicura… e forse, solo un altro viaggio.
Davvero, la vita è un viaggio. Ed io sto viaggiando in nave. Fossi su un’auto, la saprei guidare; fossi a piedi, conoscerei le mie forze. Ma sono in nave, su una distesa azzurra che mi incanta e mi fa paura, e non conosco nemmeno i termini che i miei compagni di viaggio usano così frequentemente per indicare le funi, l’est o le vele stesse. Quindi al momento ascolto e faccio il lavoro che mi viene richiesto, perché non voglio essere un peso all’equipaggio, e sgobbo, e la notte sogno. Sogno di quella riva, di quella baia, di quel porto a cui arriverò… nonostante le tempeste, nonostante la bonaccia. E durante il viaggio imparerò i termini usati dai miei compagni, imparerò i loro nomi ed i loro volti, riconoscerò le loro voci e le loro sofferenze. E sognerò, molto.
Sono tornata a lavoro, le idee non sono chiarissime ma si schiariranno. Ho tanti progetti per me e per chi mi sta vicino. Ho fatto passi in avanti e mi sono voltata indietro per aspettare chi mi seguiva, per fare un tratto insieme. Il mio cervello ha trovato la tonalità che il mio cuore riesce a cantare.
E di tutti i miei sogni ho riempito un otre, che porto con me sulla nave, per le notti di malinconia e sfiducia. E di tutti i progetti ho steso le direttive, perché prima o poi arriverò all’approdo e dovrò subito iniziare a cercare il posto dove costruire la mia casa. Ed intanto, nei miei sogni, tutto prende forma ed acquista la consistenza della realtà, una realtà lontana ed insicura… e forse, solo un altro viaggio.
......"Ci sono cose che per capirle serve tempo ed esperienza;
e cose che quando uno ha esperienza non capisce piu'.
Cose che per fortuna si dimenticano e cose che per fortuna si ricordano;
e cose che si credono dimenticate e da vecchi all'improvviso ritornano alla mente".....
(Sos Sinnos) Michelangelo "Mialinu" Pira
(Sos Sinnos) Michelangelo "Mialinu" Pira
1 commento:
...e questo post mi è piaciuto proprio tanto. Scusa, il commento è banale, ma volevo dirti di questa bella sensazione che mi hanno regalato le tue parole. Un abbraccio -frà-
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