venerdì, luglio 21, 2006

Ali effimere (immagini dal mondo onirico)

Che siano allucinazioni dal gran caldo o forse solo messaggi che il subconscio manda per farmi capire qualcosa?
Impelagata sempre di più in momenti che non riesco a vivere a fondo mi ritrovo con immagini e sensazioni che mi perseguitano incessanti.
Immagino di essere appesa con le mani ad una trave, e sento tutto il mio corpo tirato verso il basso dalla forza di gravità: ma io resisto e non mollo finché tutte le vertebre non hanno ritrovato il giusto allineamento.
Oppure immagino di starmene in cima ad un monte a guardare intorno a me, perdendo gli occhi davanti alle infinite bellezze e diversità di paesaggio che scorgo sulla terra, immutolita dalla sensazione di infinitamente piccolo e di incommensurabilmente grande che mi avvolge.

Ora, facciamoci psicologa. O, come meglio mi si confà, CANTAINCANTESIMI, come chiamano la strega che è in me…
Perché ho voglia di lasciarmi appesa a dondolare finchè le braccia non staccano la presa? Perché ho voglia di stare a guardare dall’alto il mondo e godere delle immagini e delle sensazioni?
Perché ho bisogno di MINOR COINVOLGIMENTO. Al momento mi sento troppo presa da tutto, il lavoro da cambiare ed i colleghi da salutare, il master e lo stage, le idee stupefacenti alle quali il Dreams Maker mi ha messo a parte, le occasioni che si creano grazie al momento particolarmente luminoso che sto attraversando. Come se il territorio in cui vivo fosse così pieno di novità e dettagli che ho bisogno di una vista dall’alto, una veduta aerea (ed aurea) d’insieme, per capire meglio dove tracciare i percorsi migliori e le strade di raccordo tra le varie unità che disegnano il paesaggio della mia vita.


L’altra immagine è quella del riposo e del rifugio, inteso come un posto dove riposare le ali dopo la tempesta, con qualcuno che mi sorride e mi ripara da sguardi curiosi ed indiscreti… ma, se per la necessità di minor coinvolgimento ho una ricetta infallibile (stacco pc, telefono, tv, cellulare e modem per 2 giorni), per quest'ultima esigenza non ho, al momento, medicina alcuna. Solo il tempo e la mia forza, quella che mi spinge attraverso le tempeste alla ricerca di un luogo fresco e silenzioso dove sentire nient'altro che UNA voce e lasciarsi cullare da quella...


Ti libero la fronte dai ghiaccioli

che raccogliesti traversando l'alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.

Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l'ombra nera, s'ostina in cielo un sole
freddoloso; e l'altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.

(E. Montale, Le Occasioni, Dodicesimo mottetto)

(artwork:Stephanie)


1 commento:

Amministratore del sito ha detto...

Un carissimo Saluto ,un Bacio e un Abbraccio...