lunedì, luglio 31, 2006

Tuoni e fulmini!!!

Che giornate, queste.... aria di bufera e tempeste in arrivo...

Ed in effetti è proprio così: in ufficio non l'hanno presa benissimo, io combatto con qualche senso di colpa residuo rifugiandomi nelle certezze della mia decisione (e nel fatto che mi stavano facendo lavorare senza avere nessuna intenzione di pagare la mia prestazione...).

E poi in questi giorni sono arrivati anche i temporali, tanto attesi e di cui tanto si ha paura.. per le coltivazioni, per il PIL, per il prezzo che poi avranno i prodotti sul mercato... per i danni alle cose ed alle persone, al paesaggio.... chissà perchè lo scatenarsi della natura causa sempre così tanto terrore...

Io, invece, adoro gli acquazzoni estivi, più che altro per i colori e per i suoni... il silenzio improvviso di qualunque animale nei 3-5 minuti precedenti, i rombi dei tuoni che si avvicinano, lo scroscio dell'acqua che cambia suono col cambiare del vento, il colpo agghiacciante dello schianto del lampo... e poi vedere il cielo che si fa via via più scuro, ogni volta di colore diverso, grigio-piombo ma anche verdastro.. e le luci dei lampi che illuminano zone che improvvisamente sembrano essere inquadrate da una macchina da presa naturale... e l'acqua che cade, no che dico, vola, ondeggia, oscilla, si alza e si abbassa come comanda il vento...
E' come un climax di sensazioni che si accumulano e poi esplodono con la tempesta... e poi la quiete successiva, con la ricomparsa del sole che filtra attraverso le nubi come in quei quadri che rappresentano Dio.. ed io che vado alla ricerca di arcobaleni da guardare...


E così tu leggi il mio blog... che bello, quando me lo hai detto mi sono sentita mancare la terra sotto i piedi, avrei voluto abbracciarti e mettermi a saltare dalla gioia. Ma, come mio solito, ho contenuto l'emozione, anche perchè l'ultima volta che ci siamo viste tu hai detto che non eri pronta a tornare amiche come un tempo ed io ti ho promesso che non ti avrei forzato. Sappi che in tutto questo tempo ho riletto le tue lettere, le tue poesie e mi sono chiesta che cosa stessi facendo... Anche se non siamo neppure lontanamente simili, tu così eterea ed io così attaccata alla terra, continuo a pensare che qualcosa ci sia che ci unisce... a volte ci fa arrabbiare ed altre ridere, dipende troppo dal nostro umore del momento. Ma non dimenticherò mai la mia signorina con gli occhiali che cerca di leggere mentre il vento la spinge altrove e neppure tutto l'orgoglio che ho provato quel giorno.

Vivi, tesorino...

venerdì, luglio 21, 2006

Ali effimere (immagini dal mondo onirico)

Che siano allucinazioni dal gran caldo o forse solo messaggi che il subconscio manda per farmi capire qualcosa?
Impelagata sempre di più in momenti che non riesco a vivere a fondo mi ritrovo con immagini e sensazioni che mi perseguitano incessanti.
Immagino di essere appesa con le mani ad una trave, e sento tutto il mio corpo tirato verso il basso dalla forza di gravità: ma io resisto e non mollo finché tutte le vertebre non hanno ritrovato il giusto allineamento.
Oppure immagino di starmene in cima ad un monte a guardare intorno a me, perdendo gli occhi davanti alle infinite bellezze e diversità di paesaggio che scorgo sulla terra, immutolita dalla sensazione di infinitamente piccolo e di incommensurabilmente grande che mi avvolge.

Ora, facciamoci psicologa. O, come meglio mi si confà, CANTAINCANTESIMI, come chiamano la strega che è in me…
Perché ho voglia di lasciarmi appesa a dondolare finchè le braccia non staccano la presa? Perché ho voglia di stare a guardare dall’alto il mondo e godere delle immagini e delle sensazioni?
Perché ho bisogno di MINOR COINVOLGIMENTO. Al momento mi sento troppo presa da tutto, il lavoro da cambiare ed i colleghi da salutare, il master e lo stage, le idee stupefacenti alle quali il Dreams Maker mi ha messo a parte, le occasioni che si creano grazie al momento particolarmente luminoso che sto attraversando. Come se il territorio in cui vivo fosse così pieno di novità e dettagli che ho bisogno di una vista dall’alto, una veduta aerea (ed aurea) d’insieme, per capire meglio dove tracciare i percorsi migliori e le strade di raccordo tra le varie unità che disegnano il paesaggio della mia vita.


L’altra immagine è quella del riposo e del rifugio, inteso come un posto dove riposare le ali dopo la tempesta, con qualcuno che mi sorride e mi ripara da sguardi curiosi ed indiscreti… ma, se per la necessità di minor coinvolgimento ho una ricetta infallibile (stacco pc, telefono, tv, cellulare e modem per 2 giorni), per quest'ultima esigenza non ho, al momento, medicina alcuna. Solo il tempo e la mia forza, quella che mi spinge attraverso le tempeste alla ricerca di un luogo fresco e silenzioso dove sentire nient'altro che UNA voce e lasciarsi cullare da quella...


Ti libero la fronte dai ghiaccioli

che raccogliesti traversando l'alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.

Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l'ombra nera, s'ostina in cielo un sole
freddoloso; e l'altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.

(E. Montale, Le Occasioni, Dodicesimo mottetto)

(artwork:Stephanie)


martedì, luglio 11, 2006

Utopia e Verità

Utopia aveva una sorella maggiore
Che si chiamava Verità senza errore
Lanciava spesso un aquilone nel vento
Su cui era scritto libertà con l'accento
Le due sorelle trascorrevano il tempo
Senza fermarsi mai neppure un momento
Avvinte sempre a quell'aquilone
Senza sapere, sapere ragione
Ma troppo deboli le braccia delle fate
E troppo fini quelle dita delicate
Strappò la fune il forte vento quel giorno
E l'aquilone più non fece ritorno
Quell'incidente cancellò la magia
Le due sorelle separaron la via
Utopia andò per il mondo a cercare
E Verità già pensava a sposare
La Verità si sposava con il tempo
Anche Utopia fu invitata all'evento
Non ti sposare resta libera che devi
far da te, le parole son semi
E le parole son semi hai ragione
Ma per fiorire non è già la stagione
Il tuo non è un matrimonio d'affetto
Ti peserà questa casa e quel letto
Mentre Utopia andava via allegramente
Perché vedeva il futuro presente
Verità le sussurrava a capo chino
Stai confondendo desiderio e destino
E l'animo corse come fa un torrente
Cambiando segno tra passato e presente
Ed Utopia ogni notte un uomo amava
E all'alba lo abbandonava
Per Verità quanto si dice
Il matrimonio non fu mai felice
Il Tempo non è un marito ideale
Avaro vecchio anche brutale
Ma in fondo in fondo qualcosa ne ha avuto
Con mille amanti lo ha reso cornuto
Ed alla fine dell'infedeltà
Ha avuto l'eredità
Mentre Utopia che non ha un padrone
Ne ha centomila senza una ragione
Resta da sempre a vagare nel prato
Ma l'aquilone non lo ha più trovato...

Ora... che dire... mi sono sempre vista in questa canzone come Verità: legata indissolubilmente ad un destino che avevo scelto più per tranquillità del futuro che per passione...
Adesso, invece, mi sento Utopia... e scherzi che non lo trovi il mio aquilone?


Al momento Utopia è la parola che descrive al meglio la mia sensazione. Ho ricevuto una proposta che potrebbe concretizzarsi in una bellissima cosa. Io ci credo davvero, farò del mio meglio per far si che si avveri, magari usufruendo del tempo che dovrei dedicare al riposo.
Intanto, come Verità, mi sono venduta al miglior offerente, tanto per non restare al palo... ma il contratto non l'ho accettato!!! Al massimo potrò sempre rivendicare la mia EREDITA'!!!